Breve racconto

Luogo-metafora

Se l’inferno ė un luogo-metafora per descrivere l’agonia mentale e il dolore che si prova in certe condizioni… Beh… Io quel luogo l’ho frequentato per 7anni.
Soltanto alla fine, durante gli ultimi giorni di fuoco ho pensato di scrivere un diario di tutto quello che accadeva. Oggi ho riletto quelle cronache e non so proprio come ho fatto a superare quei momenti. Il dolore era così forte che per sostenerlo mi perdevo in stati di incoscienza dove tutto l’orrore mi attraversava da parte a parte. Vivevo al minimo e tenevo tutto per me, chiuso nel mio petto… per l’imbarazzo di dover spiegare ad altri, che a me, proprio a me, accadeva qualcosa che non era spiegabile. Andavo avanti con un palo conficcato nel cuore in mezzo alle persone. Poi, ho iniziato a dire che avevo dei problemi e qualcuno ha capito qualcosa… Ma non tutto… Era troppo… Era inimmaginabile… Ma quel poco che si capiva mi aiutava ad essere più sereno, condividere mi teneva sano, mi faceva restare in piedi.

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3 risposte a "Luogo-metafora"

  1. L. ha detto:

    Mi ritrovo molto nelle tue parole. Ho maledetto la mia vita milioni di volte. Mi sono chiesta perchè non sono nata sotto una buona stella, perchè a me?
    E il silenzio faceva da buon compagno al dolore che in maniera sempre più capillare si impadroniva di me, e insaziabile logorava ogni tratto di vita, fino a non farmi sentire più nemmeno il battito del mio cuore.
    Ma la cosa più sorprendente è svegliarsi e sforzarsi di sentirlo quel rumore.
    Sentire il proprio ritmo e capire che si può ancora danzare.
    Allora e solo allora inizi a parlare, e condividere quanto meno ci fa sentire meno soli.
    E lentamente rimetti in piedi i cocci di te. Qualcosa di inverosimile, qualcosa di disumano entra in combutta col sentimento più nobile che l’essere umano possa provare: l’amore per la vita.
    E quando inizi ad amarla non ci sarà dolore troppo forte da far cessare il battito del tuo cuore.

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